L’Iperidosi porta ad avere una sudorazione eccessiva e marcata, generalizzata o localizzata in determinate parti del corpo umano.
L’iperidrosi è un fenomeno patologico caratterizzato dalla produzione di sudore in quantità eccessiva e anomala rispetto alle necessità fisiologiche della termoregolazione.
Quotidianamente il nostro corpo produce circa ½ litro di sudore attraverso le ghiandole sudoripare presenti ovunque nel nostro corpo, ovviamente diversamente concentrate a seconda della zona.
Per l’appunto abbiamo tra i 2 e i 4 milioni di ghiandole sudoripare con densità diverse – 700 / cm2 sulle mani, 181 / cm2 sulla fronte, 64 / cm2 sulla schiena, ecc – ma la maggior parte si trova sui palmi delle mani e sui piedi, che sono spesso le zone più interessate.
Circa il 5% della popolazione ( dati International Hyperhidrosis Society®) è colpito dell’iperidrosi e il suo impatto nella vita quotidiana può essere così importante da inficiare la qualità della vita dal punto di vista psicologico, emotivo e sociale, tanto da rinominarlo “handicap silenzioso”
Secondo alcune ricerche le conseguenze che l’iperidrosi può avere sulla vita quotidiana possono essere gravi a livello emotivo e psicologico con conseguente bassa autostima, infelicità, depressione e persino idee suicide, relazioni sociali e interpersonali compromesse che portano all’elusione dell’interazione sociale e alle limitazioni delle attività ricreative; senza considerare le prestazioni occupazionali e di produttività del lavoro che possono essere compromesse.
L’iperidrosi per oltre il 50% della popolazione affetta viene vista come una intromissione nella propria vita e difficilmente tollerabile e si ritiene emotivamente influenzata.
Dal 69-74% riferisce una riduzione della fiducia in se stessi;
Il 54-63% dichiara di sentirsi infelice o depresso;
il 67-71% lamenta di sentirsi severamente limitato in circostanze sociali;
Il 54-63% dichiara di dedicare meno tempo al tempo libero;
Il 63% è gravemente limitato al lavoro;
il 22% riduce al minimo il proprio orario di lavoro.
Le capacità di affrontare la condizione non sembrano migliorare con il tempo. In effetti, i pazienti affetti di iperidrosi hanno capacità di gestione inferiori e maggiori difficoltà psicologiche ed emotive rispetto a individui non affetti da questa condizione.
Le zone più colpite dall’iperidrosi sono il volto, il palmo delle mani, la pianta dei piedi e le ascelle.
I sintomi più rilevanti si manifestano soprattutto a livello delle mani.
In generale il grado di sudorazione può arrivare fino al gocciolamento.
Le mani di chi soffre di iperidrosi sono spesso fredde, umide e bagnate, mentre i piedi, oltre ad essere umidi, possono essere maleodoranti.
Questa condizione porta i soggetti a non porgere la mano per salutare la gente e possono avere problemi sul lavoro nel maneggiare oggetti in quanto “scivolano” dalle mani, o bagnano il foglio lavoro.
Le ascelle, sudando molto, creano ovviamente visibili macchie di sudore sulle magliette o camicie che possono quindi creare imbarazzo nel soggetto.
L’iperidrosi non si può diagnosticare con misurazioni oggettive o esami del sangue.
La diagnosi dunque si basa principalmente sul racconto del paziente e sulla sua storia clinica.
Nelle forme gravi e secondarie si deve ricercare l’eventuale causa e curarla e l’anamnesi ha un ruolo rilevante e può essere cruciale.
Solo dopo quindi uno studio approfondito della storia clinica del paziente risulterà funzionale procedere con alcuni esami del sangue: emocromocitometrico, funzionalità renale ed elettroliti, funzionalità epatica, funzionalità tiroidea, glicemia, catecolamine urinarie.
Per la forma primaria–localizzata sarà sufficiente un’attenta visita per la diagnosi.
Prima di procedere ad una cura è però effettuare alcuni test, come per esempio minor test e paper test, che possono essere d’aiuto per monitorare l’efficacia della cura e per il cosiddetto follow up del paziente.
Test di minor consiste nell’applicazione sulla zona affetta da iperidrosi di una soluzione di iodio seguita dall’applicazione di polvere di amido. Se la zona suda molto si colorerà di blu scuro-nero, indicativo di iperidrosi. Questo test non aiuta tanto a quantificare il sudore quanto a identificarne la localizzazione e quindi le aree di maggior produzione.
Paper test utilizza una carta assorbente speciale che viene prima pesata e poi applicata sulla zona affetta da iperidrosi e qui lasciata per 5 minuti, successivamente la carta viene pesata nuovamente per misurare la quantità di sudore prodotto nei 5 min di applicazione;
La “Sudorazione eccessiva” è difficile da definire; invece di quantificare la secrezione di sudore, si deve pensare alla “quantità di sudore percepita” come attività limitante della vita quotidiana, che causa disagio fisico, emotivo e sociale e influisce sulla qualità della vita (QoL).
Ecco perchè si utilizzano spesso diversi tipi di formulari, come l’HDH (scala di gravità dell’iperidrosi) e l’indice di qualità della vita in dermatologia (DLQI).
Possiamo trovare due tipologie di iperidrosi: primaria, quando le cause non sono identificabili (idiopatica), oppure secondaria, se a scatenarla sono altri disturbi come obesità, dal consumo di farmaci, squilibri ormonali come la menopausa, ipertiroidismo e altro.
Inoltre l’iperidrosi può essere classificata anche in base alla sua distribuzione:
l’iperidrosi idiopatica primaria si presenta tipicamente con una distribuzione focale, bilaterale e simmetrica, colpisce comunemente le ascelle (73%), le mani (45,9%), i piedi (41,1% ) e le regioni cranio-facciali (22,8%), e più di un’area può essere interessata; mentre la secondaria si manifesta come sudorazione esagerata generalizzata.
L’iperidrosi primaria rappresenta il 93% di tutti i casi di iperidrosi e può verificarsi in individui sani senza altri problemi di salute.
Statisticamente è probabile che ci sia anche un fattore genetico in quanto circa 50% dei Pazienti riporta una storia familiare positiva di iperidrosi.
L’iperidrosi può avere un fenotipo variabile, penetranza parziale e una forma di trasmissione autosomica dominante. I loci per la condizione sono stati mappati sui cromosomi 14q11.2-q13 e 2q31.1.
Di fronte ad un paziente che si lamenta di iperidrosi, l’anamnesi è fondamentale soprattutto per individuare la causa (se non è nota) e la forma.
Dopo aver escluso una forma secondaria, bisognerà valutare, caso per caso, l’intensità del disturbo, la sua localizzazione e l’impatto psicologico.
Durante la visita la dott.ssa Ifrach effettua il minor test per valutare al meglio la localizzazione principale di maggior produzione poi applicare il suo protocollo.
La Dottoressa ha sviluppato un Protocollo specifico per trattare l’iperidrosi utilizzando tecnologie all’avanguardia, il quale risulta essere un trattamento non invasivo, indolore e veloce, tanto da essere effettuato durante la pausa pranzo dato che viene chiamato dai suoi pazienti “lunch break treatment”, così da permette al paziente di tornare subito alla routine della sua vita senza effetti collaterali.
La dottoressa è l’unica in italia ad avere questa tecnologia all’avanguardia che permette di trattare tutte le zone del corpo, dal viso ai piedi.
Prenditi cura ti te! Richiedi informazioni sui trattamenti e prenota ora una visita con me.